Startup femminili e gender gap: perché ricevono meno fondi ma rendono di più

Sommario

Il panorama dell’imprenditoria femminile presenta uno dei paradossi più significativi del mondo degli investimenti contemporaneo. Nonostante le evidenze empiriche dimostrino performance superiori, le startup guidate da donne continuano a fronteggiare barriere sistematiche nell’accesso ai finanziamenti. Questa disparità rappresenta non solo una questione di equità, ma anche un’inefficienza economica che limita il potenziale di crescita dell’intero ecosistema imprenditoriale.

Startup al femminile: una grande opportunità ancora poco finanziata

A livello globale, solo il 10% degli investimenti di venture capital (VC) va a startup fondate o co-fondate da donne. A evidenziare questo dato è una ricerca promossa dal Boston Consulting Group (BCG), in collaborazione con MassChallenge, una rete internazionale di acceleratori. Lo studio ha coinvolto investitori, imprenditori e acceleratori per analizzare le cause di questa disparità e individuare soluzioni concrete.

MassChallenge, attiva dal 2010, ha supportato oltre 1.500 imprese, contribuendo a raccogliere più di 3 miliardi di dollari in finanziamenti e creando più di 80.000 posti di lavoro. Il focus è proprio il sostegno a startup guidate da donne, senza entrare nel capitale o prestare denaro, ma offrendo mentorship e risorse strategiche.

Startup femminili e gender gap

I numeri parlano chiaro: le startup femminili performano meglio

Secondo l’analisi BCG:

  • Le startup femminili ricevono in media 935.000 dollari, meno della metà rispetto ai 2,1 milioni ottenuti da quelle fondate da uomini.
  • Eppure, generano il 10% in più di ricavi cumulativi in un arco di 5 anni: 730.000 dollari contro 662.000.
  • In termini di ritorno sull’investimento, ogni dollaro investito in una startup femminile produce 78 centesimi di ricavi, contro i 31 centesimi generati dalle startup maschili.

Altri studi, tra cui una ricerca BCG sull’innovazione, confermano che team con più donne nei ruoli chiave ottengono risultati migliori. Tuttavia, le imprese femminili continuano a ricevere meno sostegno economico.

Le cause del gender gap nel venture capital

Tre fattori principali spiegano la disparità:

  1. Bias culturali: le donne founder vengono giudicate più severamente e considerate meno preparate, soprattutto in ambito tecnico e strategico.
  2. Stile comunicativo prudente: a differenza degli uomini, che spesso presentano previsioni aggressive, le donne tendono a essere più caute. Questo viene percepito erroneamente come mancanza di ambizione.
  3. Familiarità limitata: molti investitori uomini (che rappresentano circa il 90% del settore VC) hanno poca conoscenza dei mercati in cui operano molte startup femminili, come salute, infanzia, beauty. Di conseguenza, faticano a valutarne il potenziale.

Anche l’Harvard Business Review ha confermato come gli stereotipi non trovino riscontro nei dati di performance.

Come colmare il divario: le proposte BCG

1. Venture Capital e investitori

  • Riconoscere e correggere i bias inconsci nelle decisioni di investimento
  • Includere più donne nei team decisionali
  • Guardare al potenziale di business femminili come opportunità strategica: meno concorrenza, migliori performance

2. Acceleratori e incubatori

  • Assicurare un equilibrio di genere tra i candidati
  • Promuovere attivamente donne founder e mentor nei programmi
  • Creare connessioni tra startup femminili e investitori women-friendly

3. Donne imprenditrici

  • Usare i dati per rafforzare pitch e strategie
  • Cercare mentor esperti in VC per affinare la presentazione
  • Essere più assertive nel chiedere risorse e supporto

Secondo la Wharton Social Impact Initiative, oggi esistono circa 50 fondi focalizzati su aziende fondate da donne, con una capitalizzazione di oltre 1 miliardo di dollari.

Jenny Abramson, fondatrice del fondo Rethink Impact, sottolinea che 20 anni fa le donne ricevevano più finanziamenti rispetto a oggi. Eppure, è ampiamente dimostrato che la diversità nei team produce risultati superiori. La prossima generazione di imprese di successo sarà guidata proprio dalla combinazione tra missione e inclusività.

Lo scenario europeo: una sfida ancora aperta

Nel contesto europeo, la situazione è analoga. Secondo i dati PitchBook:

  • Su 16,35 miliardi di euro investiti in operazioni VC, solo 1,84 miliardi (11%) sono andati a startup fondate da donne.
  • Le donne rappresentano appena il 9% dei decisori all’interno delle società di venture capital.

Per ridurre questo divario servono azioni coordinate e consapevoli. Capire i pregiudizi è il primo passo per superarli. Cambiare il sistema richiederà tempo, ma è possibile agire subito su mentorship, inclusione e consapevolezza.

In sintesi: il gender gap negli investimenti è reale, ma anche colmabile. Le startup femminili rappresentano un’opportunità strategica per chi sa guardare oltre i pregiudizi e puntare sulla vera innovazione.

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